mercoledì 17 settembre 2008

BERLUSCONI NON HA VINTO

In questi giorni sto leggendo un libro sulla vita di Enrico Berlinguer. Molto interessante, molto ben approfondito. Ogni momento della vita politica del grande segretario del PCI viene ricordate tramite le testimonianze dirette dei suoi vecchi compagni, di coloro che hanno condiviso con lui le difficoltà quotidiane che presentava la vita politica italiana, soprattutto nell'immediato dopoguerra. Nella parte iniziale che ho letto in questi giorni, un episodio mi ha colpito particolarmente.

Un compagno di partito di Berlinguer, Gillo Pontecorvo, ricorda uno scambio di lettere:
"Tra le mie carte c'è un bilietto che ho sempre conservato con affetto perchè c'è dentro tutto lui e la sua modestia. Me l'ha scritto nel '75 durante il congresso. Gli avevo andato due righe sul tavolo della presidenza dopo la sua relazione iniziale che mi era sembrata degna di un grande statista. Gli dicevo, riferendomi agli anni in cui lui era responsabile del movimento giovanile, ma anche a tempi più recenti, quando era già segretario del partito, che era già molto cresciuto.
La risposta di Enrico incominciava così:"Sarò pure cresciuto come dici tu, ma non immagini quanto senta i limiti delle mie forze così impari alle responsabilità che mi sono venute addosso".

Proprio così. Berlinguer è una figura quasi venerata da larga parte della sinistra e rispettata anche da persone con idee molto diverse dalle sue. Eppure anche lui affermava di avere delle paure, di sentirsi in difficoltà nel procedere lungo la sua strada.
Questo pezzo mi ha fatto riflettere un pò sul nostro solito modo di pensare ai grandi uomini del passato. Spesso guardiamo a loro come superuomini, come persone che nessuno potrà mai più eguagliare. In realtà non è affatto così. Questi "superuomini" sono diventati tali solo perchè l'hanno voluto, fortissimamente voluto. Hanno trovato dentro di essi il coraggio di rischiare, di mettersi alla prova.

Io voglio invitare tutti i giovani come me a rischiare a mettersi alla prova. Apriamo blog su internet, diffondiamo notizie in rete e nelle strade, iscriviamoci a liste civiche nei nostri comuni per riprenderci le nostre città.
Berlusconi non ha vinto, il Berlinguer di domani è in mezzo a noi.



"Il riscatto e la liberazione dei giovani - degli uomini - presuppone un impegno individuale, della singola persona, il rispetto delle sue propensioni e vocazioni, delle sue specifiche preferenze e aspirazioni personali nei vari campi: ma si realizza pienamente e duraturamente solo attraverso un sforzo collettivo, un'opera corale, una lotta comune. Insomma ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno" (Enrico Berlinguer, 1981)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tu sei sicuro? a me sembra - per ora - che non solo abbia vinto, ma stravinto.
Io non so se il popolo italiano è talmente rincoglionito che non si è accorto del carovita, dei licenziamenti, del tentativo di sfascio del settore pubblico (coi dipendenti privati che applaudono!), della scuola pubblica sempre più assediata, dell'ignoranza diffusa. Spero solo che presto se ne accorgerà e lo rimanderà a casa a calci nel baugigi; ma per ora, non è quello il verso. Il nuovo Berlinguer è già in mezzo a noi, dici? e dov'è? dimmelo che vado a dargli una mano...
gatta susanna

Anonimo ha detto...

Berlusconi ha vinto. Non nel 1994,né nel 2001 né nel 2008.
Berlusconi ha vinto 25 anni fa, quando ci ha cambiato la testa con le sue TV (per chi non lo sapesse, le TV private erano previste dal piano della Loggia P2, allo scopo di condizionare l'opinione pubblica italiana. Che strano: a che loggia era iscritto Berlusconi? E i capitali che finanziarono le sue TV da dove venivano? Dalla svizzera, per intercessione della BNL, Banca infiltrata da membri della P2)

Anonimo ha detto...

Bellissmo post, Luca.

Chi coltiva degli ideali non può perdere le speranze, verranno giorni migliori, ed intanto facciamo opposizione sociale, tra la gente e su internet, a questa destra che sta distruggendo il Paese.

Berlinguer c'è ancora, perchè la sua memoria ispira il nostro modo di fare politica, moralmente pulito.

AKUL87 ha detto...

Ricordo semplicemente le parole del comandante Visone:"Io non ho perso mai la speranza". Dobbiamo semplicemente seguire il suo esempio. Finchè almeno uno di noi sarà in grado di dire la verità in mezzo all'inganno più totale lui non avrà vinto.
È vero... adesso sembra imbattibile, ma cosa stiamo facendo realmente per combatterlo? Se domani Berlusconi morisse che alternativa avremmo da dare al paese?
Di Pietro senza giustizia di che parlerebbe? IL PD diviso com'è al suo interno che fine farebbe? Ferrero continuerebbe solo a cantare Bandiera Rossa?
Abbiamo bisogno di idee, e le idee si ottengono solo con il coraggio di rischiare e la partecipazione collettiva.
Chi guidò la resistenza guidò anche l'Italia del dopoguerra. Chi guida la resistenza morale e sociale oggi, guiderà il paese di domani.
Berlusconi come Mussolini non è immortale. E Berlusconi come Mussolini non vincerà.

Anonimo ha detto...

Tante volte, parlando degli americani, con supponenza li giudichiamo come un popolo immaturo...di eterni bambinoni. In realtà è un giudizio riflesso, perchè spesso ci vediamo come e peggio di loro. Secondo me dobbiamo, nostro malgrado, andare ancora più a fondo in questo fango in cui ci siamo cacciati, per risorgere e tornare ad essere un popolo. Ricordo le parole di Montanelli, altra persona di statura morale, anche se di idee diverse dalle mie..."Veramente la scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo".