mercoledì 7 maggio 2008

Io sto con Marco Travaglio


Visitando il sito http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/ ho letto un interessante post di Marco Travaglio sulla disfatta della "sinistra" alle elezioni. Condivido pienamente quello che ha scritto, così ho deciso di trascriverlo qui. Ecco a voi:

" Che fare? Anzitutto trasformare in migliaia di mega-poster la foto del Politburo del Pd che circondava Walter Veltroni la sera della sconfitta: lì ci sono tutti i responsabili della disfatta che ha riconsegnato l’Italia a Berlusconi per la terza volta in 15 anni. Perché quello del 13-14 aprile non è stato un buon risultato in condizioni difficili, una mezza vittoria, un ottimo punto di partenza, una prova di aver avuto ragione: è stato una disfatta. Dunque sarà bene affiggere in tutte le sedi del Pd il poster del Politburo dei perdenti stretti intorno a Walterloo. A imperitura memoria. Così il militante, appena vedrà avvicinarsi D’Alema, Latorre e Fassino ansiosi di “dare un contributo”, li metterà subito alla porta al grido “Unipol, Unipol”. Loro capiranno, avendo contribuito, con le loro telefonate intercettate con Giovanni Consorte e Stefano Ricucci, a far perdere al Pd decine di migliaia di voti di gente perbene che detesta i conflitti d’interessi anche se non riguardano Berlusconi, anzi soprattutto se riguardano la sinistra o presunta tale.

Appena entrerà Anna Finocchiaro, quella che due anni fa si sentiva pronta a sacrificarsi per il Quirinale e che, dopo aver trascinato i Ds all’esaltante percentuale del 5 per cento nella sua Catania, è stata premiata con la candidatura a governatore di Sicilia scalzando Rita Borsellino e riuscendo a prendere 15 punti in meno di lei, verrà accompagnata all’uscita, con l’auspicio che non si faccia mai più rivedere. Se invece dovesse giungere il giovane vecchio Enrico Letta, sarà opportuno domandargli perché nel 2006 abbia chiesto all’Avvocatura dello Stato di difendere la legge Gasparri dinanzi alla Corte europea di giustizia di Lussemburgo contro le legittime pretese di Francesco Di Stefano, che dal 1999 attende le frequenze per accendere Europa7 dallo Stato che gli ha assegnato regolare concessione a trasmettere. Nel caso in cui si presentasse Paolo Gentiloni e fosse sveglio, domandargli perché abbia accettato senza fiatare l’insabbiamento della sua legge sul tetto antitrust per la pubblicità televisiva e di quella che avrebbe spoliticizzato almeno un po’ la Rai, e per giunta non abbia mai provveduto ad assegnare le frequenze a Europa7. A casa anche Livia Turco e Pierluigi Bersani, tanto impopolari tra la gente quanto adorati dai tenutari di salotti televisivi. Inutile precisare dove andranno spediti Colaninno jr., Calearo, Marianna Madia, Daniela Cardinale, Mirello Crisafulli e gli altri candidati inutili o indecenti del Pd. Casomai, infine, si affacciasse all’uscio Uòlter Veltroni e chiamasse ancora Berlusconi “il principale leader dello schieramento avversario”, sarà bene interromperlo, prima che finisca la frase, con un’esclamazione a piacere. E poi regalargli un biglietto per gli Stati Uniti, affinchè possa seguire la campagna elettorale americana e rendersi conto di come Obama tratta Hillary, di come Hillary tratta Obama, e di come Hillary e Obama trattano Mc Cain, e viceversa.

Il Pd avrà un senso e un futuro soltanto se sparirà per sempre dalla circolazione chi da vent’anni predica, all’indomani delle elezioni perse, che “bisogna saper parlare al Nord”, ma non ci è mai riuscito in vita sua, e intanto si è persi per strada anche il Sud e una bella fetta del Centro. Chi ha collezionato soltanto fiaschi, ma il giorno dopo le elezioni va in tv a spiegare agli altri come si vince. Chi ha scaricato due volte Romano Prodi, il quale aveva il grave torto di aver battuto, due volte su due, Silvio Berlusconi. Chi pensa sia giusto che Prodi, avendo battuto due volte Berlusconi, se ne resti a casa, e chi ha sempre perso con Berlusconi rimanga al suo posto. A preparare la prossima sconfitta... "

Caro Marco....SEI DAVVERO UN GRANDE!

1 commento:

Tisbe ha detto...

D'accordo con Marco.