Dal Corriere della Sera, intervista a Veltroni:
Sull'Alitalia il Pd è stato a lungo in difficoltà. Del resto, il vostro ministro ombra è il figlio del capo della cordata.
«Lei non pensa che in Italia cominci a esserci un pensiero unico? Sono stanco dell'assenza di una coscienza critica che ignora la trave e si concentra sulla pagliuzza. Il premier è padrone di mezzo Paese, sua figlia entra nel consiglio di Mediobanca, e il conflitto di interessi è quello di Matteo Colaninno? Se in passato l'egemonia della sinistra ha asfissiato la destra, ora l'egemonia della destra asfissia il Paese. C'è un clima plumbeo, conformista, come se a chi governa fosse consentita qualsiasi cosa. La Gelmini arriva a Cernobbio in elicottero, come neppure Dick Cheney. Il premier non va all'Onu, non partecipa alla trattativa Alitalia, per andare al centro Messegué; senza che nessun tg lo dica. Leggo sull'Espresso che a San Giuliano c'è stata una selezione tra gli operai, per fargli incontrare solo quelli più bassi di lui. Non so come li abbiano trovati; so che queste cose accadono nei sistemi autoritari. Ma i riflettori vengono puntati su di noi. Se un dirigente locale del Pd fa una critica, finisce in prima pagina. Se il sindaco di Roma smentisce Berlusconi sulla legge elettorale per le Europee, finisce in un colonnino».
Berlusconi non ha partecipato alla trattativa per Alitalia? Malissimo.... ma perchè Veltroni nei stessi giorni invece di cercare l'appoggio dei lavoratori e andare a parlare direttamente con loro (come per esempio ha fatto Di Pietro, non certo un bolscevico...) ha preferito presentare un libro a New York?? (I giornali del Caimano non aspettavano altro....guarda qui!)
Interessante poi come Veltroni definisce semplice "pagliuzza" l'enorme conflitto d'interessi interno alla famiglia Colaninno. Il leader (?) del PD sa bene infatti che il ministro ombra Colaninno è consigliere d'amministrazione della Immsi s.p.a., società attraverso il quale il padre Roberto guida la cordata per Alitalia. (clicca qui).
Walter vorrei tanto che guardassi il video che ho postato... Ascolta le parole di Berlinguer, ascolta il tuo passato, quello che hai rinnegato e tradito!
domenica 28 settembre 2008
Ieri Berlinguer, oggi Veltroni... AIUTO!!!
venerdì 26 settembre 2008
Riprendiamoci le nostre città!
"Venghino" nella cruda realtà
Dove un lamento inerme mi ha colpito
Sveglia marionette, eccovi qua
Sul baratro della mondanità
Qui nel fango di una falsa verità
Che vende ancora l'oro quando è fogna
Dorme il tempo abbandonato alla viltà
Del qualunquismo occidental
Parto ad inseguire un'utopia
Che sguardi affaticati non vedranno
Temo che la tua democrazia
Col fuoco non porti la libertà
Forse è tardi ma sto correndo via
A ricucire i buchi della vostra ipocrisia
Nella mia città la carovana va
Cercando solidarietà
Voi, sognatori fate al caso mio
Per fare un santo non ci vuole un dio
Solidarietà, sto correndo qua
Per risanare i vuoti della vostra falsità
Qui c'è ancora una città
Nell'innocenza scivola
Ho inseguito una città
Tra le rovine di un mondo sommerso
Qui c'è ancora una città
La mia città
Dicono della mia verità
Volgare, irriverente ed estremista
Tutto ma non posso tollerar
Se un coscienza è cieca è perché ha smesso di gridar
Popoli e città sfracellati via
Dal fantasma della guerra e dell'economia
Nella mia città porto umanità
A giornate mutilate dalla vostra civiltà
mercoledì 24 settembre 2008
Odio l'indifferenza!

"Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che "vivere vuol dire essere partigiani" . Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell'ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa. I destini di un'epoca sono manipolati a seconda delle visioni ristrette, degli scopi immediati, delle ambizioni e passioni personali di piccoli gruppi attivi, e la massa degli uomini ignora, perché non se ne preoccupa. Ma i fatti che hanno maturato vengono a sfociare; ma la tela tessuta nell'ombra arriva a compimento: e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze. Ricominciano così la loro assenza da ogni responsabilità. E non già che non vedano chiaro nelle cose, e che qualche volta non siano capaci di prospettare bellissime soluzioni dei problemi più urgenti, o di quelli che, pur richiedendo ampia preparazione e tempo, sono tuttavia altrettanto urgenti. Ma queste soluzioni rimangono bellissimamente infeconde, ma questo contributo alla vita collettiva non è animato da alcuna luce morale; è prodotto di curiosità intellettuale, non di pungente senso di una responsabilità storica che vuole tutti attivi nella vita, che non ammette agnosticismi e indifferenze di nessun genere.
Odio gli indifferenti anche per ciò che mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto ad ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze virili della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'èin essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano nel sacrifizio; e colui che sta alla finestra, in agguato, voglia usufruire del poco bene che l'attività di pochi procura e sfoghi la sua delusione vituperando il sacrificato, lo svenato perché non è riuscito nel suo intento.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."
Antonio Gramsci, "
martedì 23 settembre 2008
Veltroni, lo zio Sam italiano
"MeetUp
Lei ha sostenuto la guerra in Afghanistan, è a favore della nuova legge sulle intercettazioni telefoniche.
Ha anche detto che gli inceneritori non causano danni alla salute. Ha detto le stesse cose che dice Berlusconi.
E prima ha parlato di blocco del Paese con un sistema come quello.
Vorrei chiederle: pensa ci sia ancora una opposizione in Italia? E pensa di rappresentarla?
Veltroni
Quelle che lei ha citato sono esattamente le posizione dei democratici americani, che pure sono una opposizione rispetto alla destra, quindi...
Come vede, prendere quel parametro la', non e' un parametro sufficiente."
Ma cosa vuol dire con questa risposta?? Se sono posizioni dei democratici americani allora sono per forza posizioni giuste?? In che modo con queste posizioni Veltroni crede di opporsi al piduista di Arcore??
POLITICI DOVETE RISPONDERE ALLE DOMANDE!!
lunedì 22 settembre 2008
Caparezza Inno verdano ( Padania )
"NOI MARCEREMO SU ROMA LADRONA, PERCHÈ CHI VA A ROMA PRENDE LA POLTRONA!"
Ahahahahah.... Grande Caparezza!!
sabato 20 settembre 2008
venerdì 19 settembre 2008
Caso Alitalia... ma Veltroni dov'è?
New York, 18 set. (Apcom) - A New York per presentare "The discovery of Dawn", la versione in inglese del suo libro "La scoperta dell'alba", il segretario del Partito democratico Walter Veltroni ha dribblato le domande su questioni politiche e, in particolare, quelle sulla situazione di Alitalia.
"Non ho risposto (alla domanda su Alitalia) perché non si sa cosa sta succedendo", ha detto Veltroni rispondendo a un giornalista mentre firmava le copie del suo libro.
"Sono qui con un altro ruolo, non sarebbe corretto parlare di politica usando un libro come pretesto. Certo in questo libro ci sono questioni politiche, come l'odio verso il terrorismo", ha detto il segretario del Pd.
Ed ecco qua il classico modo veltroniano di far opposizione, ossia ignorando gli eventi. Mentre Alitalia sta fallendo a causa dei continui pasticci del salvatore della patria Silvio Berlusconi, Veltroni sta comodamente dall'altra parte dell'oceano a presentare un libro. Aveva proprio ragione Il capo del PD a definire la sua creatura come una "felice anomalia". In nessun paese d'Europa o del mondo infatti si fa opposizione in questo modo.
Te lo dico ancora una volta Walter...
giovedì 18 settembre 2008
Riprendiamoci la nostra strada!
RADIO AUT
eccomi qua
bandito atteso ad un approdo senza età
nato tra le faide di una terra violentata
frammenti spenti nell'insana fedeltà
di galleggiare su una vita barattata
nell'incoscienza affondano
mercanti della vita, fabbricanti della morte
nani nel silenzio di chi affonda la mia sorte
il viaggio è oscuro, seguimi, compagna, ovunque vada
gendarmi del dolore altrui
in questa notte amara di terrore
mi riprendo la mia strada
e scappo via
tra vuoti stenti di brandelli di follia
dalla prigione di una fede rivoltante
un vento fradicio di fame d'agonia
bacia le mani di una quiete latitante
io la mia sorte incontrerò
brigante nella terra del contrario
mercanti della vita
padri dell'indifferenza
che mendicate onore
in una vita d'apparenza
vengano signori
ad affondare la mia sorte
per timore della mia coscienza
padrini ed onorevoli
dell'era del contrario
fantasmi che giocate a che io cada
qui nell'ultimo vagito
di un gitano sedentario
gendarmi del dolore altrui
in questa notte amara di terrore
mi riprendo la mia strada.
(Talco - Album "Mazel Tov")
mercoledì 17 settembre 2008
BERLUSCONI NON HA VINTO
Un compagno di partito di Berlinguer, Gillo Pontecorvo, ricorda uno scambio di lettere:
"Tra le mie carte c'è un bilietto che ho sempre conservato con affetto perchè c'è dentro tutto lui e la sua modestia. Me l'ha scritto nel '75 durante il congresso. Gli avevo andato due righe sul tavolo della presidenza dopo la sua relazione iniziale che mi era sembrata degna di un grande statista. Gli dicevo, riferendomi agli anni in cui lui era responsabile del movimento giovanile, ma anche a tempi più recenti, quando era già segretario del partito, che era già molto cresciuto.
La risposta di Enrico incominciava così:"Sarò pure cresciuto come dici tu, ma non immagini quanto senta i limiti delle mie forze così impari alle responsabilità che mi sono venute addosso".
Proprio così. Berlinguer è una figura quasi venerata da larga parte della sinistra e rispettata anche da persone con idee molto diverse dalle sue. Eppure anche lui affermava di avere delle paure, di sentirsi in difficoltà nel procedere lungo la sua strada.
Questo pezzo mi ha fatto riflettere un pò sul nostro solito modo di pensare ai grandi uomini del passato. Spesso guardiamo a loro come superuomini, come persone che nessuno potrà mai più eguagliare. In realtà non è affatto così. Questi "superuomini" sono diventati tali solo perchè l'hanno voluto, fortissimamente voluto. Hanno trovato dentro di essi il coraggio di rischiare, di mettersi alla prova.
Io voglio invitare tutti i giovani come me a rischiare a mettersi alla prova. Apriamo blog su internet, diffondiamo notizie in rete e nelle strade, iscriviamoci a liste civiche nei nostri comuni per riprenderci le nostre città.
Berlusconi non ha vinto, il Berlinguer di domani è in mezzo a noi.

"Il riscatto e la liberazione dei giovani - degli uomini - presuppone un impegno individuale, della singola persona, il rispetto delle sue propensioni e vocazioni, delle sue specifiche preferenze e aspirazioni personali nei vari campi: ma si realizza pienamente e duraturamente solo attraverso un sforzo collettivo, un'opera corale, una lotta comune. Insomma ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno" (Enrico Berlinguer, 1981)
martedì 16 settembre 2008
Claudio Fava parla di "Questione morale"
Da Wikipedia:
Claudio Fava - nome completo Giovanni Claudio Fava - (Catania, 15 aprile 1957) è un politico e giornalista italiano.
Il padre Giuseppe Fava, fondatore de I Siciliani, fu assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984 a Catania.
Laureato in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1982, ha lavorato per il Corriere della Sera, L'espresso, l'Europeo e la Rai, in Italia e dall'estero. Assieme a Domenico Starnone e Stefano Bises, ha curato la sceneggiatura della fiction Il capo dei capi (2007) sul boss mafioso Totò Riina e insieme a Monica Zappelli e Marco Tullio Giordana ha curato quella de I cento passi (2001) che racconta la vita e l'omicidio di Peppino Impastato.
È autore del libro "La mafia comanda a Catania 1960/1991" del 1992, casa editrice Laterza e con prefazione di Nando Dalla Chiesa.
Fava ha incrociato l'attività professionale con l'impegno politico. Tra i fondatori de La Rete, è stato deputato dell'Assemblea regionale siciliana (1991), deputato alla Camera dal 1992 al 1994, anno in cui lascia La Rete e aderisce a Italia Democratica di Nando Dalla Chiesa.
Nel febbraio 1999 Walter Veltroni, neo segretario dei Democratici di Sinistra, lo vuole segretario regionale del partito in Sicilia e capolista alle elezioni europee del 1999.
In effetti Fava diverrà, non senza polemiche, segretario regionale dei Ds (dal marzo 1999 al giugno 2001), membro della direzione nazionale dei DS, ed europarlamentare per due mandati concecutivi.
Nel 2003 si candida alla presidenza della provincia di Catania, venendo sostenuto da tutto il centrosinistra tranne lo SDI: ha ottenuto però solo il 31,3% dei consensi ed è risultato sconfitto dal rappresentante della Casa delle Libertà Raffaele Lombardo.
Attualmente è deputato del Parlamento europeo, rieletto per la seconda volta nel 2004 per la lista di Uniti nell'Ulivo, nella circoscrizione isole, ricevendo 222 mila preferenze.
È iscritto al gruppo parlamentare del Partito Socialista Europeo.
È vicepresidente della Commissione per lo sviluppo regionale; membro della Commissione per gli affari esteri; della Commissione per la pesca; della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; della Sottocommissione per i diritti dell'uomo; della Delegazione per le relazioni con i paesi della Comunità andina; della Delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.
Nel maggio del 2007 aderisce a Sinistra Democratica. Per le elezioni del 13/14 aprile 2008, e' candidato per il Senato della Repubblica come capolista della Sinistra Arcobaleno nella circoscrizione Sicilia. Ma non è eletto a causa del non superamento della soglia del 4% nazionale, da parte della Sinistra Arcobaleno, necessaria per entrare alla Camera dei Deputati
Il 10 maggio 2008, in seguito alle dimissioni di Fabio Mussi dovute alla sconfitta elettorale della Sinistra Arcobaleno, Fava diventa il nuovo coordinatore nazionale di Sinistra Democratica.
Ripartiamo. Da sinistra. Con orgoglio.
lunedì 15 settembre 2008
"Ma se è autistico non deve portare suo figlio in mezzo alla gente"

Fonte: Blackcat Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago
Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.
Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:
• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”
Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.
Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.
Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.
Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.
Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.
Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.
Ho pianto. Dal dolore.
Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:
-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.
Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.
Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.
Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.
Firma.
Pensavo che il Medioevo fosse finito e che con esso il tempo in cui una persona doveva vivere segregata solo perchè diversa o, come in questo caso, solo perchè portatrice di un forte handicap. Evidentemente mi sbagliavo.
Dobbiamo tutti tornare a vedere il prossimo con occhi diversi, liberi dall'egoismo.
Siamo tutti fratelli, accomunati da ben più cose rispetto a quelle che ci differenziano.
Il vero inferno sta qui, sulla terra, ed è la vita che ogni giorno affrontiamo. Qualcuno di noi è stato fortunato e per combattere è stato dotato di maggiori armi. Altri lo sono stati molto meno, e per superare le difficoltà hanno bisogno anche della nostra solidarietà e del nostro rispetto. Aiutarli, anche solo un poco, non è difficile. Basta un pò di comprensione, qualche misero brandello di umanità.
Luca Principi