martedì 8 luglio 2008

7 luglio 1960: Morti di Reggio Emilia

Sono passati 48 anni, eppure è giusto ricordare...
Il 7 luglio 1960 cinque giovani operai, tutti iscritti al PCI, finirono uccisi a Reggio Emilia durante degli scontri con la polizia.
In quei giorni il governo del democristiano Tambroni aveva accettato l'appoggio determinate del MSI, il quale come provocazione decise addirittura di svolgere il proprio congresso a Genova, città medaglia d'oro per la resistenza.
In tutta Italia scoppiarono manifestazioni di protesta. I cinque operai pagarono con la propria vita la propria voglia di non essere indifferenti, di non voler dimenticare e di non voler far tornare l'Italia nel fascismo.

Da Wikipedia:
"CGIL reggiana, dopo una lunga riunione, proclamò lo sciopero cittadino. La prefettura proibì gli assembramenti, e le stesse auto del sindacato invitarono con gli altoparlanti i manifestanti a non stazionare durante la manifestazione. L'unico spazio consentito, la Sala Verdi che aveva una capienza di 600 posti, era troppo piccolo per contenere i 20.000 manifestanti. Un gruppo di circa 300 operai delle Officine Meccaniche Reggiane decise quindi di raccogliersi davanti al monumento ai Caduti, cantando canzoni di protesta.

Alle 16.45 del pomeriggio una carica di un reparto di 350 poliziotti al comando del vice-questore Giulio Cafari Panico, investe la manifestazione pacifica. Anche i carabinieri, al comando del tenente colonnello Giudici, partecipano alla carica. Incalzati dalle camionette, dai getti d'acqua e dai lacrimogeni, i manifestanti cercano rifugio nel vicino isolato San Rocco, per poi barricarsi letteralmente dietro ogni sorta di oggetto trovato, seggiole, assi di legno, tavoli del bar e rispondendo alle cariche con lancio di oggetti. Respinti dalla disperata resistenza dei manifestanti, le forze dell'ordine impugnano le armi da fuoco e cominciano a sparare.

Sul selciato della piazza caddero:

* Lauro Farioli (1938), operaio di 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bambino.
* Ovidio Franchi (1941), operaio di 19 anni, il più giovane dei caduti.
* Marino Serri (1919), pastore di 41 anni, partigiano della 76a, primo di sei fratelli.
* Afro Tondelli (1924), operaio di 36 anni, partigiano della 76a SAP, è il quinto di otto fratelli.
* Emilio Reverberi (1921), operaio di 39 anni, partigiano nella 144a Brigata Garibaldi era commissario politico nel distaccamento "G. Amendola"."

Per la libertà questi giovani diedero la vita. Facciamo che il loro sacrificio non sia stato vano.

RESISTERE!


2 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Un fremito di commozione mi pervade ogni volta che sento " I morti di Reggio Emilia".
Ora come allora teniamoci per mano.

Anonimo ha detto...

Morti di Reggio Emilia/uscite dalla fossa...
gatta susanna